Onorevoli Colleghi! - L'abolizione di ogni imposta sulla prima casa è obiettivo condiviso da molte forze politiche. Con la legge 23 dicembre 2000, n. 388 (finanziaria 2001), si è raggiunta la completa esenzione della prima casa dall'imposta sul reddito delle persone fisiche. In realtà, si tratta di una misura che favorisce in particolare i redditi più alti, in quanto si rivolge a tutti gli alloggi con rendita catastale superiore a 180 milioni di vecchie lire, già esenti dal pagamento dell'IRPEF. Il valore catastale medio degli alloggi di categoria catastale A2 (civile abitazione), la categoria più alta tra gli alloggi non di lusso, è inferiore a tale importo. Quindi, la misura della completa esenzione dall'IRPEF sulla prima casa avvantaggia solo marginalmente i proprietari di case non di lusso, nelle quali solitamente risiedono soggetti con redditi medi e bassi. Sarebbe stato preferibile, quindi, intervenire escludendo dall'esenzione dall'IRPEF le abitazioni di lusso, destinando le minori spese ad alleggerire l'altra imposta sulle abitazioni che pesa in modo rilevante sui proprietari di prima casa, ovvero l'imposta comunale sugli immobili (ICI). Intervenire, quindi, per eliminare il peso dell'ICI sulla prima casa per le abitazioni non di lusso significa agire nella direzione dell'equità sociale e della redistribuzione del reddito a favore delle fasce più deboli. Con la presente proposta di legge ci si propone appunto di eliminare l'ICI sulle abitazioni non di lusso adibite ad abitazione principale e sulle unità immobiliari ad uso abitativo di proprietà degli Istituti autonomi case popolari ovvero di loro consorzi comunque denominati. Non si tratta di

 

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una proposta demagogica, in quanto l'ammontare dell'ICI sulla prima casa rappresenta solo il 20/25 per cento dell'intero gettito dell'ICI. Nella presente proposta di legge, inoltre, non si penalizzano i comuni, ma si interviene per compensare il minore gettito dell'ICI sulla prima casa, da un lato attraverso maggiori trasferimenti dello Stato, dall'altro dando la possibilità ai comuni di elevare in modo drastico l'ICI sulle case sfitte. In dettaglio, la proposta di legge, costituita da un unico articolo, prevede:

          al comma 1, l'esenzione dal pagamento dell'ICI in relazione all'unità immobiliare non di lusso adibita ad abitazione principale;

          al comma 3, la possibilità per i comuni di elevare l'ICI sulle abitazioni sfitte da oltre dodici mesi, sulle aree fabbricabili e sui fabbricati diversi da abitazioni;

          al comma 4, il meccanismo con il quale lo Stato interviene a sostegno dei comuni nel caso si determinano minori introiti;

          al comma 5, che i proprietari di alloggi locati, secondo quanto previsto dal canale contrattuale concordato, possano portare in detrazione dal reddito imponibile l'ICI pagata in relazione ai citati alloggi, portando a copertura di tale misura la soppressione della detrazione fiscale forfettaria del 15 per cento per i proprietari che intendono locare gli alloggi a libero mercato (comma 8). Si favorisce, in tale modo, l'abbassamento dei canoni di locazione;

          ai commi 7 e 8, infine, le norme per la copertura finanziaria.

 

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